Enrico Camosci è stato uno dei giocatori che ci ha meglio rappresentato durante l’ultimo EPT Montecarlo. Il player azzurro ormai trapiantato a Malta ha giocato l’High Roller da 25.000 arrivando terzo. Ma come si reagisce quando si arriva a un passo dall’heads up che vale il titolo? “Dipende sempre dalla situazione. A un certo punto mi sono ritrovato corto, quinto su 6 nel count. Sono rimasto sempre tra gli ultimi fino a 3 left. Considerato tutto questo, sono felicissimo“.
Camosci ha parlato della qualità molto alta presente nei giocatori che hanno preso parte al Final Table. Un tavolo prestigioso, che a Enrico è piaciuto molto giocare proprio per via del field: “Ci sono delle persone come O’Dwyer che live hanno una presenza importante. Poi ci sono altri grandi giocatori come Mikita. Il tavolo finale è stato uno dei più duri che io abbia mai giocato, considerando anche i tavoli giocati online“.
Enrico Camosci e il fuoco dentro
Durante l’intervista rilasciata per Assopoker, Enrico Camosci ha svelato come è cambiato il suo gioco nell’ultimo periodo. In particolare il poker online non lo attira più come un tempo: “Il fuoco per il grinding online mi è un po’ sceso. Nell’ultimo anno e mezzo non sto grindando tanto online. Ora preferisco allentare un po’, era diventata una cosa troppo pesante e stressante. Gioco meno, mi sono mosso di più sul live“.
Ma cosa lo rende ancora voglioso di giocare e di confrontarsi? La risposta fornita dal Camosch è abbastanza chiara. E soprattutto è condivisibile quando si parla di livelli così alti: “Quel che mi tiene vivo in realtà è la competitività. A me piace giocare tornei contro giocatori forti, come quelli che ho appena giocato. Questo tiene vivo il fuoco in me. Voglio avere sempre attorno a me persone che mi stimolano, giocare solo per soldi non mi basta“.
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