Cosa unisce un giocatore di poker a un imprenditore, a un genitore o a un leader? La risposta è una sola: il processo decisionale. Nel nuovo libro The Poker Powered Brain, Kristen Foxen e Lena Evans esplorano nel capitolo “Decision Making” come il poker sia molto più di un gioco: è un laboratorio mentale dove si apprendono strategie per affrontare la vita reale.
“Una fiche e una sedia: finché sei in gioco, puoi sempre vincere.”
🎯 Il poker come metafora del vivere
Ogni mano di poker è una miniatura della vita: informazioni incomplete, pressione emotiva, rischio. Foxen ed Evans ci invitano a vedere il tavolo da gioco come uno specchio delle nostre giornate, dove le decisioni più difficili non sono sempre quelle con la risposta ovvia. Impariamo a leggere segnali deboli, a gestire l’incertezza e soprattutto a controllare le nostre reazioni.
Nel poker e nella vita, non possiamo controllare i risultati, ma possiamo controllare il modo in cui decidiamo.
🧠 Decisioni migliori, anche sotto pressione
Secondo Foxen, le decisioni migliori nascono dalla consapevolezza. Essere presenti, analitici, ma anche capaci di ascoltare l’intuizione. Saper foldare anche quando fa male, o saper aspettare il momento giusto senza cedere al tilt. Il poker allena logica, disciplina ed equilibrio emotivo, qualità fondamentali per ogni contesto: dalle relazioni alle scelte di carriera.
Ma anche il miglior giocatore può sbagliare. Foxen racconta di un tavolo finale in TV dove ha fatto una chiamata che sapeva essere sbagliata. Le emozioni hanno vinto sulla ragione. Da lì ha iniziato un percorso di mental coaching, comprendendo che eseguire bene è più difficile che sapere cosa è giusto.
⚠️ Bias cognitivi e abitudini che sabotano
Uno degli aspetti più illuminanti del libro è l’analisi dei pregiudizi cognitivi. Il bias di conferma, ad esempio, ci porta a vedere solo quello che vogliamo vedere. Nel poker, questo significa spesso sopravvalutare il nostro avversario… o sottovalutarlo. Questi errori si traducono in scelte sbagliate, dentro e fuori dal tavolo.
E poi ci sono le abitudini: chiamare perché “l’abbiamo sempre fatto” è uno dei comportamenti più comuni e meno produttivi.
💡 Allenare la mente per decidere meglio
Il libro sottolinea l’importanza di coltivare routine fisiche e mentali sane: sonno, alimentazione, esercizio fisico, ma anche meditazione, journaling, auto-riflessione. L’atto del decidere richiede energia e lucidità, risorse che vanno protette e coltivate.
Kristen e Lena suggeriscono anche di porsi domande mirate durante il processo decisionale:
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Cosa rappresento in questa mano?
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Cosa farei se avessi una mano forte?
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Quante volte devo avere ragione per giustificare una chiamata?
💼 Non solo strategie di gioco
Il poker ci insegna anche a scegliere cosa giocare, quando, e con quali limiti. Una cattiva gestione del bankroll ha rovinato più carriere pokeristiche di qualsiasi bad beat. Le decisioni più importanti avvengono fuori dal tavolo, e spesso proprio lì si fanno gli errori più gravi.
📚 Conclusioni: il poker è una scuola di vita
Prendere buone decisioni è una skill, non un dono. Come nel poker, migliorare richiede consapevolezza, disciplina e pratica costante. Le lezioni che impariamo al tavolo verde sono valide anche nella vita: non sempre vinciamo, ma possiamo sempre imparare.
“Concentrati sul processo, non sul risultato. Il successo seguirà.”
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