Dario Sammartino si è regalato e ci ha regalato una grandissima soddisfazione nei giorni scorsi. Il campione campano si è portato a casa il primo braccialetto in carriera alle World Series of Poker. Un trionfo frutto di pazienza, di passione e di studio. Anche perchè arriva in un torneo di Mixed Games, la sua nuova grande passione nonostante tante nuove avventure, come l’inizio della sua vita da papà.
In un’intervista rilasciata per Assopoker, Dario ha aperto il suo cuore e ha svelato cosa può passare nella testa di un giocatore che non ottiene risultati: “Ci sono periodi, ed è successo anche nei primi giorni qui a Las Vegas, in cui mi sembrava di buttare via il mio tempo giocando a poker, perché sentivo come di toglierlo a lui. Ci sono state delle volte in cui ero al tavolo ma sarei voluto andare via, ad abbracciarlo e giocare con lui. Ho avuto difficoltà ad abituarmi alla lontananza da mio figlio: pensa che a Parigi avevo prenotato per una settimana all’EPT, poi sono uscito subito dal Main e non ho giocato altro, perché sono tornato immediatamente a casa”.
Dario Sammartino, un peso in meno
La vittoria del braccialetto è senza dubbio per Dario Sammartino la fine di un periodo negativo. Aver vinto un titolo gli ha fatto sparire dalla mente la delusione per il secondo posto nel Main Event del 2019: “Penso solo al fatto di essermi tolto un peso, una grossa scimmia dalle spalle. Secondo me, per come sono fatto, riprovarci e vincere ancora sarà se possibile più semplice, perché non lo farò più con quell’ossessione che mi sono portato dentro per anni”.
E poi c’è l’aspetto legato ai Mixed Games, il nuovo amore di Dario Sammartino. Le varianti le ha scoperte poco per volta, ora gli hanno regalato una grande gioia: “Prima le varianti le giocavo solamente quando andavo a Las Vegas e miglioravo solo con l’esperienza che facevo lì ai tavoli. In questo ultimo anno, invece, ho iniziato a giocare una partita online 200/400 di Mixed Games insieme ai più forti al mondo. Ci sono Jason Mercier, Shaun Deeb, Viktor Blom, John Hennigan, praticamente tutti i top. Giocare con loro, ma anche guardare le mani che giocano, è stato ciò che mi ha fatto svoltare, migliorandomi tantissimo in molti giochi”.